Valerio Ambiveri | Marta Lodola
bio Marta Lodola (Borgosesia, 1985) e Valerio Ambiveri (Bergamo, 1962) sono due artisti visivi e di performance art. La loro collaborazione nasce all'interno dell'Accademia di Belle Arti di Brera a Milano, per poi estendersi a livello internazionale da più di un decennio. Il loro incontro nasce dapprima dal comune interesse per il linguaggio del corpo e la pratica della contact improvisation, per poi spostarsi ad un profondo dialogo artistico performativo. Il video e il movimento corporeo in chiave di significante è qualcosa che accomuna le loro opere anche come artisti singoli, dove Marta matura un aspetto più socio-politico e di azione in live di lunga durata, mentre Valerio indaga aspetti più poetico-archetipici attraverso video performance e video arte. Hanno partecipato a festival e mostre internazionali come, 2023: Perfomedia, Spazio Thetis, Venezia (I) - 2021: R.A.W. Recorded Actions for Camera, Bbeyond, Belfast (UK) - 2020: GOLEM, Athens (GR) - 2018: Harvesting Mind Geist Ernten, SALO Räume, Braunschweig (DE) - 2017: 4th International Performance Art Weekend, Luisa Catucci Gallery, Berlin (DE) - Open Studios - GlogauAir, Berlin (DE) - 2016: Jam Museum, ex chiesa di San Lupo, Bergamo (I) - 2014: .IT, Fabbrica del Vapore, Milano (I) - 2012: Maestros y alumnos, Galeria Mario Sironi-Instituto Italiano de la Cultura, Lima (PER)
statement Marta Lodola e Valerio Ambiveri sono un duo artistico che indaga le dinamiche relazionali mediante l'utilizzo del video e della performance art. Il maschile e il femminile diventano elementi intercambiabili, i ruoli sociali pre-imposti trovano uno spazio di maggior dialogo all'interno delle loro opere; il corpo comprende entrambi i lati di apollineo e dionisiaco e si mostra come alter-ego reciproco. I loro lavori sono un continuum, una ricerca sperimentale per la formazione di una terza "identità", che prende forma mediante le loro azioni: la distanza crea uno spazio vivo e il contatto diventa elemento di scambio, tangibile e palpabile. La contrapposizione dei corpi è talvolta sinuosa, talvolta scomoda e costrittiva generando un'alternanza tra armonia e distorsione del loro equilibrio. Attraverso un aspetto ritualistico celebrano la fisicità simbiotica dell'essere umano, che si slega dalla dimensione tecno-produttiva per entrare in quella ecologico-celebrativa. La "ricerca del bello" e contemporaneamente l'uscita dalla comfort zone, caratterizza le loro opere creando un divario che a volte si compenetra o si sovrappone. Le loro opere performative spesso comprendono installazioni, videoproiezioni e il disegno tradizionale. |
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